Le Valli del Mincio

Ninfea bianca
La Riserva Naturale “Valli del Mincio” è costituita in prevalenza da paludi che si snodano lungo il corso medio del fiume Mincio, a monte della città di Mantova, tra gli abitati di Borgo Angeli e Rivalta. Il sistema palustre si estende su una superficie di circa 1100 ettari, interessando un tratto di fiume di 7-8 km.

Dichiarata Riserva Naturale dalla Regione Lombardia nel 1984, essa rappresenta una “Zona Umida di Importanza Internazionale specialmente per gli Uccelli Acquatici”, così come definita e classificata dalla Convenzione Internazionale di Ramsar del 1971. Essa rientra inoltre nella “Rete Natura 2000”, costituita dalle più rilevanti aree naturali d’Europa, denominate “Siti d’Importanza Comunitaria”.

Gli ambienti naturali

Nelle Valli del Mincio sono presenti tutte le formazioni vegetali tipiche degli ambienti palustri di pianura, disposte in successione seguendo il grado di umidità del suolo.

I canneti

Una distesa uniforme di canneti, composti dalla comunissima cannuccia di palude e da poche altre specie, costituisce la caratteristica più appariscente delle Valli. Questi bordano il fiume, a destra e sinistra, per tutta la lunghezza della Riserva, ricoprendo completamente le isole che i vari rami del Mincio lasciano al loro interno.

Il canneto è molto importante per alcuni uccelli che vi nidificano, come il Tarabuso, l'Airone rosso, il Falco di palude, il Porciglione, il Voltolino e la Schiribilla; altri lo utilizzano, spesso in gran numero (ad esempio lo Storno e gli Irundinidi) come ambiente protetto per il riposo.

Ma è dove il canneto incontra l'acqua che l'ambiente si arricchisce di colori, suoni e movimento; qui insieme alla cannuccia trovano posto molte erbe e fiori, tra cui le carici, le tife, la salcerella, l'epilobio, l'ibisco di palude; ed è qui che molti uccelli costruiscono il nido: appeso alle canne quello di Cannaiole e Cannareccioni, nascosto nel groviglio delle erbe e delle canne piegate quello di Tarabusini, Basettini, Salciaiole e Forapaglie costagnoli, galleggiante tra le canne rade quello di Tuffetti e Svassi maggiori, su piattaforme rialzate di erbe palustri quello di Folaghe e Gallinelle d'acqua.

Altri uccelli, tra cui Nitticore, Sgarze ciuffetto, Garzette, Aironi cenerini, Cigni reali e molte anatre, vengono qua alla ricerca di cibo, più abbondante che altrove; il Martin pescatore si tuffa dalle canne protese sull'acqua per catturare piccoli pesci; il Falco di palude e le Albanelle, i principali rapaci che vivono nelle Valli, perlustrano il bordo del canneto raccogliendo uccelli e piccoli mammiferi, che qui più facilmente escono allo scoperto.

I chiari

I chiari, cosiddetti "ex-giochi", sono specchi d'acqua libera, ricoperti in estate da vegetazione galleggiante, completamente circondati e protetti dalle erbe del canneto.

Realizzati un tempo come appostamenti di caccia, la loro origine artificiale è testimoniata anche dai nomi localmente attribuiti: il "Vignale", la "Baracca", le "Teste", il "Bascone", il "Mulinello", il "Lusièn", la "Puntassa", "Le Arse" ed altri. Queste superfici aperte rivestono notevole importanza per gli aspetti ecologici oltre che paesaggistici e sono indispensabili per la sosta, l'alimentazione e la nidificazione di numerosi uccelli.

Sono frequentate da molte anatre, da Folaghe e Gallinelle d'acqua, da Svassi e Tuffetti, da Sterne e Mignattini; in gran numero vi sostano d'inverno Gabbiani comuni e reali, Gavine e Cormorani.

Le praterie a carice

La prateria a carice rappresenta una delle formazioni vegetali più ricche ed importanti delle Valli del Mincio. In ogni stagione si possono cogliere sfumature diverse: il verde tappeto uniforme si colora in primavera e in estate con la fioritura delle orchidee e con le bianche infruttescenze degli eriofori; nella tarda estate si scorgono tra le alte erbe i fiori della genziana di palude e dell'aglio selvatico.

Ambienti di transizione delicati e facilmente trasformabili, le praterie a carice, un tempo estese lungo tutta la riva sinistra delle Valli del Mincio, sono state drasticamente ridotte dalle bonifiche a scopo agricolo. Come il canneto anche il cariceto è sempre stato utilizzato dall'uomo, in quanto le foglie sottili e resistenti forniscono ottimo materiale per impagliare sedie e panche.

Tra gli uccelli che vi costruiscono il nido c'è anzitutto il Forapaglie che proprio in queste praterie, con un numero di coppie nidificanti compreso tra 20 e 30, conserva probabilmente la sua più importante popolazione italiana; la specie, localizzata stabilmente in Italia soltanto in un altro sito della Pianura Padana, è considerata a rischio d'estinzione.

Altre specie che nidificano in queste praterie sono la Cutrettola, il Migliarino di palude, il Beccamoschino, lo Strillozzo, l'Allodola, la Marzaiola, la Pavoncella, l'Albanella minore e il Falco di palude. Tra gli anfibi, oltre alla Rana verde comune ovunque, incontriamo molte Raganelle e la rara Rana di Lataste, qui presente in numero rilevante.

La fruizione

Il Centro Parco di Rivalta / Museo Etnografico dei Mestieri del fiume

Centro Parco di Rivalta / Museo Etnografico dei Mestieri del fiume
La conoscenza e la didattica ambientale sono strumenti indispensabili per ottenere dagli abitanti e dai visitatori la collaborazione nella salvaguardia della natura. A tal fine è stato realizzato dal Parco e dal Comune di Rodigo il Centro Parco, presso cui si possono ottenere informazioni scientifiche sul “funzionamento” della palude e conoscere l’origine, la storia e le attività tradizionali legate alla valle.

La struttura si raggiunge seguendo le indicazioni all’ingresso del paese di Rivalta; è aperto la domenica e i giorni festivi da marzo ad ottobre; nei giorni feriali l’apertura è su prenotazione rivolgendosi alla Pro Loco di Rivalta.

Le visite in barca

Dagli imbarcaderi di Grazie, Rivalta e Belfiore presso Mantova è possibile partire per escursioni in barca all’interno delle Valli; percorrendo il corso del Mincio e le piccole vie d’acqua che si snodano tra i canneti è possibile osservare da vicino le piante e gli animali che abitano la palude.

Estratto dall'opuscolo "Le Valli del Mincio" - (C) 2000, Parco del Mincio
Testi di Marcella Ghidoni, Cesare Martignoni, Susanna Perlini

Vedi anche il sito degli Amici del Mincio.